ATTUALITÀ DELL’ERMETISMO
Patitur nec moriturdi Franco Baldini
Abstract
Questo non è un sito [www.arsregia.it - ndr] rappresentativo ma propositivo. Ciò significa che non si assegna come compito quello di riflettere la situazione culturale presente nella Massoneria ma intende avanzare una ben precisa linea di pensiero per la Massoneria e, a fortiori, per l’intero mondo intellettuale. La nostra proposta emerge da uno sfondo culturale fitto di equivoci e malintesi, si propone dunque innanzitutto come impresa critica volta a chiarire l’ambito in cui s’iscrive.
"Un uomo può immaginare cose false, ma può comprendere solo cose vere".
Isaac Newton.
Innanzitutto si tratta di stabilire a cosa ci si possa legittimamente riferire quando si parla di esoterismo occidentale. Noi riteniamo trattarsi essenzialmente di ciò che va sotto il nome di tradizione ermetica. Di contro alla nauseante mescolanza di psicologia arcaica, vuota ermeneutica, numerologia banale, perversioni sessuali ritualizzate e vero e proprio delirio – sovente allucinatorio – che negli ultimi duecento anni è stata spesso pubblicamente spacciata e venduta per essa, intendiamo qui riaffermarne lo statuto autentico che è quello di un sistema di conoscenze scientifiche improntato a un rigoroso sperimentalismo razionalistico. Non si vede come altrimenti esso avrebbe potuto generare la rivoluzione scientifica, come invece ha fatto. Per fare un esempio clamoroso: solo oggi si comincia a constatare l’incidenza di venticinque anni di rigorosa sperimentazione alchemica sulle scoperte fisiche di Newton, per questa ragione definito da Keynes come «l’ultimo dei maghi».
Per comprendere quanto andiamo esponendo, bisogna tuttavia
intendersi preliminarmente sul concetto di verità. La
verità è una.
Naturalmente non
stiamo qui
parlando di verità globale ma locale. Saggiamente, Newton
riteneva che all’uomo fosse impossibile raggiungere la
totalità della conoscenza e che qualcosa gli sarebbe sempre
rimasto ignoto. Nella sua linea di pensiero, noi pensiamo che
l’uomo sia un essere finito e che perciò gli siano
accessibili soltanto verità che – per quanto ne
sia esteso il campo di validità – restano finite.
Ha dunque senso parlare di verità solo relativamente ad
ambiti spazio-temporalmente ben delimitati.
Non è detto che
si possa accertare la verità per ogni aspetto di questi
ambiti, ma quando lo si può fare essa è una, non
trentadue. Esempio: la legge di gravità. Non possiamo sapere
se esistano o meno ambiti dell’universo in cui essa non
risulti valida, ma siamo in grado di indicare ambiti
spazio-temporalmente ben delimitati in cui essa lo è
senz’altro. Questo fatto impegna tutti a condividerla,
naturalmente solo per l’ambito in cui è affermata.
Ciò ci schiera decisamente contro l’indiscriminato relativismo di certa epistemologia contemporanea, anche di matrice pseudo-esoterica, e a favore di un prudente universalismo locale. Ora se – alle condizioni che abbiamo detto – la verità è una, non possono esistere due forme distinte ed altrettanto valide di conoscenza. Ne consegue che quella esoterica ed essoterica non sono due forme diverse di conoscenza. Se sono entrambe valide devono coincidere. Infatti nell’antichità la scienza esoterica non era null’altro che la parte riservata della scienza. Ma allora, in cosa differiscono? Rispondiamo: rispetto al loro oggetto e alla loro estensione.
Di fronte a un establishment culturale che considera l’apparato tradizionale della conoscenza come completamente invalidato dai progressi ultimi della scienza o – nel migliore dei casi – come affatto desueto, noi intendiamo riaffermarne l’essenziale validità ed attualità gnoseologica e metodologica. Riteniamo trattarsi di null’altro che del progetto d’una fisica integrale, che differisce oggi da quella profana per l’unica ragione d’aver mantenuto centrale nella propria ricerca il problema della qualità e della forma, laddove quest’ultima vi ha abdicato nel corso del XIX secolo.
Ed è motivo di grande soddisfazione il constatare che, negli ultimi decenni, la scienza profana non ha potuto evitare di veder prepotentemente ritornare dal suo interno quello che è il principale enigma proposto dalla natura all’umana sagacia. L’Universo non è soltanto peso e misura. Su questo punto e solo su questo, scienza esoterica e profana hanno divorziato, ma si tratta d’un divorzio relativamente recente che non disperiamo si possa ricomporre.
Se la sua natura è quella d’essere una fisica, la conoscenza ermetica è necessariamente indifferente in materia di metafisica dogmatica. È questa, per esempio, la ragione profonda del divieto di parlare di religione nelle logge massoniche. Occorre infatti è sgombrare il campo dall’idea profondamente errata, accreditata dal guénonismo, che la differenza tra scienza esoterica ed essoterica coincida in qualche modo con quella tra fisica (essoterica) e metafisica (esoterica). Se la conoscenza cui l’uomo può accedere è – come abbiamo detto – finita e relativa ad oggetti finiti, nessuna metafisica gli è realmente accessibile. Insistiamo: senza interdire la speculazione metafisica, che è abbastanza naturale per l’essere umano, è necessario che essa rimanga entro un ambito strettamente congetturale, come d’altronde accadeva per le metafisiche filosofiche antiche. Questo non implica tuttavia la negazione di ogni forma di rivelazione.
La scienza
esoterica – da scienza qual è – nega
certamente ogni possibilità di rivelazione
dall’alto ma afferma quella d’una rivelazione dal
basso. Ogni pretesa rivelazione dall’alto, in quanto
proclamata da un singolo individuo, è dogmatica, richiede
come necessario elemento aggiuntivo una fede incondizionata in quella
persona (Mosè, Cristo, Maometto, ecc.) e presenta la
malaugurata caratteristica di moltiplicarsi in maniera contraddittoria:
esistono più rivelazioni contraddittorie tra loro.
Ciò è storicamente alla base dei più
sanguinosi conflitti religiosi che la storia ricordi. Al contrario la
rivelazione dal basso – così come è
sempre stata propugnata dalla scienza esoterica tradizionale
– ha sì anche lei il suo libro sacro, ma esso
è per esempio il Liber
M dei Rosacroce, il Liber Mundi,
Libro del Mondo,
scritto nella Natura, cui ogni uomo di buona
volontà può accedere senza la mediazione di
alcuno.
Libro su cui è assai più facile trovare
l’accordo attraverso l’esperienza e
l’esercizio della ragione.
Della scienza ermetica tradizionale intendiamo inoltre
riaffermare anche l’essenziale validità etica.
Ora, l’etica della tradizione ermetica consiste esattamente
nell’esoterismo. In generale il mondo profano crede che
l’orizzonte esoterico sia qualcosa di superabile e, di fatto,
superato dal principio democratico secondo cui chiunque può
accedere alla conoscenza. Noi riteniamo che questo sia un modo del
tutto errato di intendere la questione.
È infatti evidente
che il sistema profano della conoscenza non ha fatto altro che
sostituire a un esoterismo di diritto – com’era
concepito tradizionalmente – un esoterismo di fatto. Chiunque
tenti di leggere un testo di geometria differenziale, di fisica delle
particelle, o di biologia molecolare senza una lunga preparazione
accademica capisce immediatamente di cosa si tratta. Sono
libri chiusi
quanto un antico manoscritto d’alchimia.
Ma –
obietta di solito lo scienziato profano – chiunque sia
disposto a fare lo sforzo richiesto può comunque accedere
alle nozioni in essi contenute. Al contrario, ciò non
è possibile nel sistema tradizionale in cui la
dignificazione necessaria per accedere alla conoscenza possedeva anche
una fortissima implicazione morale. Ma proprio qui sta il punto.
Infatti questa democratizzazione dei contenuti possiede un tragico
corollario: che anche il più malvagio e cinico degli
individui possa disporre di conoscenze potenzialmente devastanti.
Basta
una ricerca su Internet per rendersi conto di quante nozioni
socialmente assai pericolose vi circolino indisturbate. Il problema
è ormai talmente acuto che le maggiori riviste scientifiche
(Nature, Science, ecc.) si sono recentemente accordate per mettere un
limite alla divulgazione indiscriminata delle conoscenze scientifiche:
è la certificazione di un fallimento.
Ma
c’è altro e di più, che i responsabili
delle grandi riviste non hanno ancora scorto o non possono permettersi
di scorgere: la sistematica compromissione di indiscusse ed influenti
personalità scientifiche con potentati economici dagli scopi
non esattamente filantropici: il caso di John von Neumann –
servito da modello al dottor Stranamore di Kubrick – basti
come esempio. Ora – come è desumibile da tutti gli
antichi testi ermetici – il
tradizionale esoterismo di
diritto si fonda proprio sulla constatazione che la conoscenza
è pericolosa e che non è il caso di
mettere armi
in mano a bambini e malvagi. La saggezza sta dunque dalla parte degli
sconfitti storici, non dei vincitori. Propugnare un ritorno –
naturalmente in forma attuale – ai principi tradizionali
è quindi oggi più che
un’opportunità, è un dovere.
L’esoterismo
tradizionale è una condizione
insuperabile per una scienza sana.
Ma v’è un altro malinteso che, questa
volta, è tutto interno alla Massoneria, nella quale sembra
non si distingua più tra esoterismo sociologico ed
esoterismo gnoseologico.
Laicizzandosi, la Massoneria ha lasciato
cadere il secondo per non soddisfarsi che del primo. Impegna
cioè alla medesima riservatezza cui potrebbe essere
impegnato un membro del Consiglio d’Amministrazione di
Microsoft. Ciò ha naturalmente riflessi deleteri sulla
gerarchia, sovente denunciati senza che se ne comprenda la causa.
E
tuttavia, non è salendo di grado che si sale in sapienza.
Troppi Fratelli pensano che l’Istituzione non abbia
più niente da custodire in termini di conoscenza. Noi
pensiamo che questo sia un errore. La Massoneria è stata
importante ed ha inciso realmente e profondamente sulla
società quando ha saputo custodire conoscenze reali, quando
in essa il criterio gnoseologico era preminente rispetto a quello
sociologico. Noi riteniamo che la possibilità di
incoraggiare il rilancio di questo decisivo aspetto non sia fuori dalla
sua portata.
Trattando d’etica, non possiamo passare sotto
silenzio il fatto che la tradizione ermetica è stata
largamente derisa per i suoi scopi, giudicati del tutto irrealistici.
Elenchiamone solo alcuni: ottenimento d’una conoscenza reale
e il più possibile profonda dell’Universo fisico
affinchè l’uomo possa disporsi a vivere in piena
conformità con le leggi della Natura, prolungamento
indefinito della vita umana, ottenimento di farmaci il più
possibile universali ed efficaci, possibilità di trasmutare
elementi uno nell’altro con basso impiego energetico.
È assai curioso e degno di sincera ilarità che
quando queste mete ideali sono attribuite all’ermetismo sono
unanimemente dichiarate irrealistiche, quando invece sono riferite alla
scienza profana contemporanea divengono del tutto plausibili.
È importante infatti notare che si tratta di mete oggi
dichiaratamente perseguite.
La possibilità di trasmutare
elementi uno nell’altro con basso impiego energetico si
chiama oggi fusione fredda, il cui progetto è in Italia
finanziato dall’ENEA; il prolungamento indefinito della vita
umana qualche decennio fa si chiamava Gerovital ed oggi viene
attivamente perseguito in una quantità di laboratori dei cui
lavori i giornali danno frequente testimonianza; e non accenniamo
neppure agli antibiotici e a quant’altro risponda attualmente
ai restanti quesiti.
Ma – si obietta – la scienza
ermetica non ha conseguito questi risultati. Concediamo che non li
abbia divulgati, che non li abbia brevettati, che non li abbia
industrializzati ma non possiamo dare per dimostrato che non li abbia
ottenuti: non v’è infatti nessuna vera prova a
contrario. Ma dando per un attimo l’obiezione come provata:
ebbene, nemmeno la scienza contemporanea lo ha ancora fatto.
È forse questa una prova della sua inconsistenza, come si
vorrebbe per l’ermetismo?
L’aspetto etico si prolunga poi naturalmente in una
pedagogia. Ora, la pedagogia dell’esoterismo tradizionale
è iniziatica. Noi riteniamo che questa modalità
d’insegnamento sia di fatto l’unica che offre
sufficienti garanzie di saldare crescita conoscitiva e crescita morale.
Vi accenniamo qui attraverso le parole scritte da René
Alleau nel suo notevole Aspetti
dell’alchima tradizionale:
«Se [l’iniziabile] si ostinava comunque - scrive questo attendibile autore - e contro ogni speranza, se accettava la fatica di vani sforzi, di vagabondaggi sterili, l’angoscia dell’abbandono, senza mai rilassare la sua volontà di risolvere l’enigma, a questo stadio la sua ricerca intellettuale si trasformava in un drammatico combattimento spirituale in cui entrava in azione l’intera energia della sua mente, in cui le risorse interiori mobilitate dall’estrema intensità della meditazione e delle emozioni provate durante anni di lotta, di prove e di sforzi, alla fine intervenivano in un modo sempre più oppprimente fino all’improvvisa comparsa di una serie d’illuminazioni e di uno stato particolare della coscienza: lo stato di risveglio. Così, grazie alle tenebre del segreto, l’«iniziabile» poteva intravedere la luce del sacro e ricevere la «chiave» dell’iniziazione verbale.»
Benché questa tecnica appaia a prima vista come del tutto arcaica o dubbia, è sufficiente cambiarne la terminologia d’enunciazione per ritrovare nel suo nucleo il procedimento logico collocato da Peirce – fine Ottocento! – a fondamento dell’impresa scientifica sotto il nome di abduzione. Non aggiungeremo altro, se non per sottolineare che la pedagogia iniziatica è esattamente una tecnica dell’abduzione volta a suscitare nel soggetto una sorta d’abduzione controllata. Quanto ciò possa risultare prezioso è facile giudicarlo.
Funzionale a questa pedagogia etico-conoscitiva che abbiamo chiamato «tecnica del’abduzione controllata» è un particolare linguaggio tecnico – di cui peraltro nessuna scienza può fare a meno – che anche nel caso dell’ermetismo è simbolico e gergale. Qui sta la croce d’ogni iniziazione.
L’aspetto simbolico è iscritto in molti
luoghi tradizionalmente adibiti allo scopo quali edifici, opere
d’arte, libri e altro. In particolare, negli arredi delle sue
logge e nei suoi rituali, la Massoneria ne costituisce un rimarchevole
contenitore. Ma – e qui sta la principale pietra
d’inciampo – come decifrarlo? Qui
v’è un grave problema in quanto il contenuto
conoscitivo specifico della simbologia esoterica non si dischiude a
qualunque ermeneutica ma a una e una sola, che è di tipo
assai particolare.
Usualmente
gli esegeti interpretano un simbolo con
un altro simbolo facendo ogni volta il giro di buona parte della
simbologia ma senza mai approdare alla cosa. Al massimo,
giungono a
svelare significati morali che risultano poi sempre triviali: saggezza,
forza, bellezza, c’è bisogno d’esser
iniziati per perseguirli? No, se la scienza esoterica è una
fisica, i veri e più profondi significati dei simboli
saranno di natura fisica.
Nell’ambito ermetico, il simbolo è la cosa stessa. Per esempio, la chiave spezzata nel quarto grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato contiene l’indicazione precisa, solo appena velata, delle due componenti saline principali di ciò che in alchimia si chiama il leone verde, ed è spezzata perché il compito del grado è proprio quello di trovare il modo ingegnoso per unire le due componenti, altrimenti non saranno d’alcuna utilità.Così la sfera posta sulla colonna B è il chiaro simbolo d’un minerale particolarmente utile all’inizio dell’Opera, come le tre melagrane della colonna J ne esprimono il risultato finale, persino nell’apparenza fisica. Questo per accennare al fatto che il significato più profondo del simbolismo è sempre fisicamente operativo e chi non giunge fino a questo punto non ha decifrato l’essenziale, non è gnoseologicamente iniziato.
L’aspetto gergale è invece
costituito da
quella forma di abuso fonetico atto a generare equivoci che
tradizionalmente si chiama lingua verde, lingua degli uccelli o cabala
fonetica. Rispetto a quest’ultima denominazione vale
richiamare il fatto che non ha alcun riferimento alla Kabbalah ebraica,
in quanto il termine ricalca foneticamente il greco
kobaléias
fonetiké, lingua
dell’inganno. Ve ne sono rimarchevoli esempi
nella
letteratura – anche grande – d’ogni
paese.
Per esempio, chi immaginerebbe che l’opera di Renato
d’Angiò intitolata Les cueurs d’amour
espris, I cuori d’amor presi, e che è
apparentemente una storia d’amor cortese, è in
realtà un trattato d’alchimia? Applicando le
regole della lingua verde si legga correttamente Le cueurs de Mars
esprit, I cuocitori dello spirito di Marte e si avrà la
chiave per decifrare tutto il resto. Ma su di essa non è il
caso di diffondersi se non per dire che anch’essa, come tutto
il resto, rivela messaggi precisi e va appresa.
Per concludere questa breve nota di presentazione,
diremo che
la spaccatura
ottocentesca tra scienza tradizionale
qualitativo-quantitativa e scienza esclusivamente quantitativa ha
prodotto nella cultura occidentale almeno due altri drammatici iati:
quello tra scienze della natura e scienze dello spirito e quello tra
conoscenza profana e conoscenza esoterica.
Come abbiamo
già
detto, in passato la scienza esoterica non era infatti
null’altro che la parte
riservata della scienza. In
particolare quest’ultimo aspetto ha inciso
all’interno dell’istituzione Massonica, in cui
l’anima illuminista e quella esoterica convivono da allora in
uno stato di conflittualità perenne.
Tuttavia, nella fase
prima e gloriosa della modernità, quella che
converrà chiamare protomoderna, queste anime erano una sola:
lo testimoniano personaggi del calibro di Newton, Boyle o Goethe.
La spaccatura tra i due aspetti ha malauguratamente fatto divenire materialista e meccanicista la prima, irrazionalista ed occultista la seconda: si tratta di un degrado sconfortante del quale ogni giorno si misurano gli effetti nefasti. Noi riteniamo che solo una ripresa dell’autentica tradizione ermetica sia suscettibile di sanare il conflitto, riportando ad unità e rinobilitando questi due aspetti della conoscenza altrettanto necessari a mantenere l’onore dello spirito umano.
Per contribuire – anche se in modo minimo – a questo programma, il presente sito [www.arsregia.it - ndr] nasce con il preciso scopo d’approfondimento critico e di riattualizzazione delle tematiche, delle metodologie e delle conoscenze or ora passate in rassegna.
Franco Baldini - contributo originale per "arsregia" - settembre 2003 Torna in alto